Gallinae in Fabula Onlus

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Nella metro di Roma si riflette sul futuro degli animali

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di Paola Re

Dal 9 al 22 Marzo, in tutte le fermate delle linee A e B della metropolitana di Roma, 185 cartelli mandano un messaggio: scegli vegan. Tre diverse immagini con altrettante frasi e una breve informazione invitano a riflettere sul rapporto con gli animali destinati a diventare cibo secondo una tragica ideologia di dominio e sfruttamento che molto lentamente, ma inesorabilmente, sta dando qualche segno di cedimento. Queste affissioni sono una delle tante testimonianze quotidiane di un cambiamento di cui oggi forse non ci si rende completamente conto ma che è in corso. La campagna di affissioni arriva da NOmattatoio http://www.nomattatoio.org/ che durante l’anno organizza presidi a cadenza mensile davanti al mattatoio di Roma per raccontare la realtà celata dietro quei cancelli.

Gli animali ritratti sono vivi e il messaggio che si dà è sul loro ipotetico futuro. Non si pensa a questo aspetto quando sono ridotti a cibo, smontati in pezzi, ognuno dei quali con un nome di mercato, ma se riavvolgiamo il nastro ci rendiamo conto che i pezzi erano un essere intero, vivente e senziente.

Rita Ciatti ed Eloise Cotronei, ideatrici di NOmattatoio e di questo progetto, spiegano il perché di questa scelta: “La campagna di affissioni nella metro di Roma affianca l’attività di presidi mensili che facciamo davanti al mattatoio. Anzi, la speranza è che diano ancora più visibilità a quello che è il cuore della nostra lotta, ossia documentare con foto e video le condizioni in cui viaggiano gli animali prima di entrare al mattatoio. Abbiamo scelto la metropolitana perché sicuramente ci permette di raggiungere un numero enorme di persone e per un numero maggiore di giorni. Uno degli obiettivi di NOmattatoio è proprio quello di insistere, perseverare, fare controinformazione sistematica. Se avessimo fatto una manifestazione o una singola pubblicità su un giornale la cosa sarebbe finita dopo un giorno e magari raggiungendo meno persone.”

La stessa idea è venuta qualche mese fa alla PETA che ha scelto la stazione di Clapham Common nella metropolitana di Londra https://www.greenbiz.it/green-management/marketing-e-comunicazione/pubblicita/15463-manifesti-vegani-metro-londra come luogo di affissione di 60 manifesti che mostrano mucche, maiali e polli accanto al messaggio: “I’m ME, not MEAT. See the individual. Go vegan!”

Rita ed Eloise riconoscono di essere state ispirate dalle campagne animaliste già fatte in altre città: “Molte volte, vedendone le immagini sui social o vedendo che i giornali ne parlavano, abbiamo pensato: piacerebbe anche a noi farne una. Ora il nostro sogno si è realizzato, grazie al sostegno di The Save Movement, il movimento organizzato da Anita Krajnc e partito dal Canada che da diversi anni organizza “vigils” di fronte ai mattatoi e a cui ci siamo ispirate per NOmattatoio.”

Ci si chiede se, nella vita frenetica della metropolitana, qualcuno si fermi a riflettere. I cartelloni sono tanti, molti dei quali posizionati in punti strategici, lungo le banchine di attesa dei treni e chissà che nell’attesa l’occhio cada proprio lì e il cervello inizi a dare qualche segno di empatia.

Come accade in queste occasioni, qualche attivista di NOmattatatoio ha fatto un giro di ricognizione per vedere le reazioni, constatando che le immagini attirano l’attenzione e molte persone si fermano incuriosite a leggere. Certamente non si può immaginare che cosa succederà dopo la lettura: resta il fatto che è proprio il “dopo” la parte più interessante del progetto.

Non è la prima volta che appaiono affissioni in difesa degli animali nei luoghi pubblici. La campagna contro il massacro degli agnelli in occasione della Pasqua si ripete puntualmente da qualche anno a opera di alcune associazioni. Purtroppo per tutti gli altri animali Pasqua è tutto l’anno pertanto si rende indispensabile dimostrare che l’attenzione è sempre alta.

Forse è nato un modo nuovo ed efficace di comunicare? “Noi attivisti dobbiamo dare il massimo per fare controinformazione, ossia smentire le tante menzogne raccontate dalla società carnista in cui viviamo; quindi dobbiamo utilizzare anche i loro stessi metodi. Le pubblicità su strada, nelle metro, nei giornali sono da sempre il cuore dell’informazione e quindi cerchiamo di aprire una breccia per raccontare la vera realtà dello sfruttamento degli animali.”

Se è vero che le affissioni pubblicitarie entrano con veemenza nella testa della gente, forse queste che dicono la verità sulla crudeltà del cibo animale possono infastidire chi di quella crudeltà vive, producendola e consumandola. “Sicuramente dà fastidio agli allevatori e a chiunque sia implicato nello sfruttamento degli animali. In questo periodo spesso sulla pagina Facebook ci arrivano commenti di utenti anonimi (con profili fake) che poi, da domande e obiezioni che fanno, si capisce siano allevatori. Sono arrabbiati. Molto arrabbiati. Ci scrivono anche in privato. Buon segno, direbbe Melanie Joy, autrice del libro “Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali, indossiamo le mucche” e teorica del “carnismo”, l’ideologia culturale che ci insegna a considerare “naturale, normale, necessario” mangiare animali, anche se non lo è affatto.”

In effetti il rumore che facciamo criticando questo sistema marcio dalle fondamenta al tetto è molto fastidioso: lo si capisce da come corrono ai ripari le aziende produttrici di cibo animale sbandierando ossessivamente l’ottimo trattamento che riservano agli animali, in linea col tanto decantato benessere animale.

Appena ho visto i manifesti, ho pensato alla reazione di bambini e bambine nel vedere quegli animali vivi e felici, destinati a diventare il cibo che mangiano, magari pure sotto costrizione dei genitori.

Gli animali protagonisti della campagna vivono presso Il rifugio di Hope, vicino a Nepi (VT), finalmente liberi, salvati dallo sfruttamento, e proprio nel rifugio hanno recuperato una loro dignità e identità.

Rita ed Eloise sono convinte che le loro immagini possano smuovere l’empatia. “A tal proposito ci terremmo a sottolineare che le tre frasi scelte per le tre diverse immagini proposte hanno un filo comune denominatore, quello del futuro, o meglio, del futuro che gli animali sfruttati nell’industria della carne e derivati non hanno. Le frasi, brevi ma incisive a livello subliminale, sono seguite da una breve spiegazione che racconta quanto, nella realtà, i cosiddetti animali da reddito vengano portati al macello giovanissimi, specialmente i maschi. Invece le mucche e le galline ovaiole vengono sfruttate fino allo sfinimento, per qualche anno in più, e poi comunque sempre fatte a pezzi nei mattatoi.”

Dubito che ai bambini e alle bambine venga raccontata questa amara verità. Loro li vedono sotto forma di fettina, polpettina, sofficetta, rotolino, sofficino… una sfilza di diminutivi e vezzeggiativi immersi in aromi che stordiscono i sensi.

È commovente avere dedicato il progetto a Tom Regan, noto filosofo statunitense impegnato per i diritti animali, morto il 17 Febbraio 2017; se avesse visto questi manifesti, si sarebbe certamente emozionato.

È stato importante il sostegno di Anita Krajnc e The Save Movement; Corinna Elfie del Rifugio Hope; Revers Lab per il logo di NOmattatoio; Gallinae in Fabula; Ideare Communication; Andrea Festa per grafica e immagini ma i protagonisti di questo progetto sono gli animali, vivi e felici, inconsapevoli di catalizzare così tanta attenzione su se stessi.

http://www.ildolcedomani.com/2017/03/nomattatoio-in-metro.html

http://www.ildolcedomani.com/2017/03/nomattatoio-sulla-metropolitana-di-roma.html

http://veggoanchio.corriere.it/2017/03/16/fammi-vivere-la-campagna-pro-vegan-nella-metro-di-roma/

http://www.tpi.it/mondo/italia/campagna-manifesti-vegani-metro-roma

https://laconfidenzalenta.blogspot.it/2017/03/vuoi-immaginare-il-mio-futuro-da-grande.html?showComment=1489929112689#c2603607125896629008

 

 

2 commenti su “Nella metro di Roma si riflette sul futuro degli animali

  1. brinarosa
    marzo 20, 2017

    Un’ottima iniziativa! Rita ed Eloise sono due persone davvero fuori dal comune, speriamo che quest’anno la strage si riduca!

  2. Giovanni
    marzo 20, 2017

    Mentre leggo, e scopro tutti i particolari, percepisco l’esistenza di una rete, addirittura internazionale, che sta tessendo sempre più fili e sempre più spessi. Oggi, già è una rete di salvataggio e di sicurezza per gli animali, diventerà una rete di connessioni, di contenuti, di empatia. La strada è questa.

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Questa voce è stata pubblicata il marzo 20, 2017 da in Articolo, Attivismo.

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